Innamorata di storie, Patrizia Sereno nasce come giornalista, ma non è mai stata una “cacciatrice di notizie”. Una sua prerogativa è la vocazione alla narrazione, che dal giornalismo trasporta nell’insegnamento. Legnano, Positano, Angri, Nocera Superiore, Nocera Inferiore.
Scrivere è sempre stato per lei un atto liberatorio. Legata visceralmente ai luoghi che l’hanno vista crescere, nel cuore dell’Agro nocerino-sarnese, ha sempre trovato il modo di raccontarli. Con uno sguardo indagatore assetato di profondità d’animo, capace di cogliere le mille contraddizioni di una terra madre e matrigna.
Prima i quotidiani (Il Mattino, La Città), la radio, la Tv (con Telenuova, l’emittente che per prima raccontò la frana del 5 maggio 1998 a Sarno). Poi arriva la scuola: vincendo il concorso a cattedra, si trova catapultata in Lombardia per fare ritorno dopo qualche anno nella sua Nocera. In valigia un insanabile amore per quei ragazzi che ogni giorno guarda negli occhi. Un amore che l’ha supportata nel combattere quando la malattia l’ha messa a dura prova.
Dalla memoria al cuore
L’amore viscerale per il proprio padre, la necessità di ricostruire la storia di famiglia – che spesso resta intrecciata alla Storia con la S maiuscola, quella che vive e respira anche grazie alle tante vicende individuali, costituiscono il percorso narrativo delineato da Patrizia Sereno…